Dopo il rinvio del capo dello Stato, è ripreso l'esame del ddl lavoro, tornato in commissione alla Camera. E mentre si profilano le correzioni, sulla base delle osservazioni del presidente della Repubblica e le linee indicate dal ministro del Lavoro, il dibattito si è già riacceso. Con la Cgil che chiede un «intervento complessivo di riesame» del testo e «cambiamenti sostanziali» altrimenti - avverte - andrà avanti nella iniziativa di modifica della legge che considera incostituzionale «anche con la mobilitazione e l'appello della Consulta». Il primo punto, che domani sarà sciolto dal voto della stessa commissione, ruota infatti intorno all'intenzione manifestata dallo stesso relatore di maggioranza Giuliano Cazzola di «limitare» l'esame del provvedimento ai soli cinque articoli menzionati da Giorgio Napolitano nel suo messaggio di rinvio. Ossia, gli articoli 20, 30, 31, 32 e 50, tra cui quello sulla conciliazione e l'arbitrato e l'igiene e la sicurezza a bordo delle navi dello Stato.

In attesa del voto e degli emendamenti, che andranno presentati entro lunedì prossimo, il ritorno del disegno di legge in Parlamento è stato accolto dalle audizione delle parti sociali. La Confindustria chiede di recepire l'avviso comune, sottoscritto lo scorso 11 marzo (ad eccezione della Cgil), ritenendo che «va proprio nel senso indicato dal presidente della Repubblica e delinea la strada da percorrere per cercare soluzioni condivise».

E nelle proposte avanzate si trova già una risposta alle preoccupazioni del capo dello Stato: per garantire al massimo la volontarietà dei lavoratori Cisl e Uil (favorevole è anche Confindustria) hanno indicato la possibilità di posticipare la firma della clausole compromissorie al termine del periodo di prova e non più al momento dell'assunzione. Dall'arbitrato resterebbero ovviamennte esclusi i contenziosi in caso di licenziamento, come già previsto dall'avviso comune siglato l'11 marzo scorso. D'accordo su questo punto le confederazioni dei commercianti e degli artigiani - Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Casartigiani – mentre rispetto all'arbitrato secondo equità (e su questo punto c'è una convergenza con la Cgil) è stata avanzata una richiesta di esplicitazione dei suoi limiti, che non possono superare i diritti inderogabili dei lavoratori.

Un'altra questione su cui si sono concentrati gli interventi è l'eliminazione del potere di intervento sostitutivo del ministro del Lavoro in caso di mancato accordo tra le parti sociali. Tutti punti di «riflessione» già indicati dallo stesso Sacconi nel percorso di correzione del testo. «L'orientamento della maggioranza e del governo è quello di accogliere le osservazioni» del capo dello Stato«, ha comunque assicurato Cazzola, tornando a sottolineare il «forte richiamo» sulla garanzia di «effettiva volontarietà» da parte del lavoratore. (D. Col.)

 

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